“1106, augusti 8, Vidore”. Una data, l’inizio di una storia. È esattamente l’8 agosto del 1106 quando Giovanni Gravone da Vidor chiama un notaio per redigere un atto di donazione in favore dell’abbazia di Pomposa. Facciamo prima però un piccolo passo indietro.
Nel 1095, durante un’omelia, Papa Urbano II esorta la nobiltà europea a mobilitarsi verso la Terra Santa in quella che la storia ricorderà come la Crociata dei Principi. Dal piccolo borgo di Vidor, sulla sponda sinistra del fiume Piave, il signore del castello Giovanni Gravone accoglie di buon grado l’invito del papa e, radunati ben 90 uomini, parte alla volta di Gerusalemme.
Poco sappiamo del suo viaggio, praticamente nulla. È noto solo che fece ritorno nel 1101 portando con sé un ricordo della crociata. Il convoglio che giunse a Venezia a bordo di galee trasportava infatti i resti mortali di una santa. Santa Bona. Passarono per Treviso, dove tutt’ora è presente un quartiere intitolato alla santa, e giunsero infine a Vidor dove il cavaliere depose i sacri resti in una chiesetta di sua proprietà. Cinque anni dopo convoca un notaio e, alla presenza di altri nobili cavalieri, dona la chiesetta, i resti di Santa Bona e altri beni materiali all’abbazia di Pomposa con la specifica richiesta che venga edificata, accanto alla chiesa, un’abbazia intitolata alla santa. È il 1107 quando cominciano i lavori di costruzione e già nel 1110 il primo stralcio risulta completato e l’abbazia viene abitata da monaci benedettini dell’ordine degli olivetani.
I primi anni sono per il monastero vidorese di massimo splendore. I monaci compiono notevoli opere di bonifica dei terreni paludosi, ricavandone così campi coltivabili, danno asilo ai viandanti che si apprestano ad attraversare il Piave e custodiscono una piccola ma ricca biblioteca. Per il resto della storia vi aspettiamo un una delle nostre visite guidate.